Il periodo corrente, per quanto concerne il settore della telefonia mobile gestito dalla grande azienda tecnologica sudcoreana Samsung, è stato senza ombra di dubbio contraddistinto dal Samsung Galaxy S8 e dal Samsung Galaxy S8 Plus, nuovissimi device di top gamma. Due apparecchi, peraltro, dotati di una serie di caratteristiche tecniche a dir poco eccezionali, oltre che di alcune innovazioni molti interessanti. Fra di esse, chiaramente, non si può non citare l’infinity display, il famoso schermo capace di ricoprire quasi interamente la parte frontale dello smartphone, eliminando gran parte delle cornici esterne sia ai lati che nei bordi superiore e inferiore.
Tuttavia, dopo alcune analisi molto interessanti, sono emerse alcune differenze tra i terminali commercializzati in America e quelli, invece, venduti nel resto del mondo. Sul banco degli imputati, finiscono i processori del Samsung Galaxy S8: nel continente americano troviamo infatti un Qualcomm SnapDragon 835, mentre in Asia e in Europa fa capolino un Exynos 8895.
A quanto pare, sono proprio questi ultimi a vincere il confronto, benché in termini prestazionali, nel normale utilizzo quotidiano, le differenze appaiano impercettibili. Troviamo, infatti, che nel Samsung Galaxy S8 dotato del processore Exynos, sia presente la memoria UFS 2.1 capace di esprimersi molto velocemente: parliamo di 780 MB/s in lettura, contro i 190 MB/s in scrittura.
Di contro, il Samsung Galaxy S8 con il processore SnapDragon 835 monta una memoria UFS 2.0. Si tratta, comunque, di una peculiarità eccezionale ed estremamente veloce, e che però perde il confronto con il proprio gemello: i dati, in questo senso, ci rivelano in lettura il terminale si aggira sui 550 MB/s, mentre in scrittura scendiamo a circa 140 MB/s.
Difficile capire le motivazioni di una simile differenza: magari è dovuta al fatto che l’America è la roccaforte dell’ iPhone, e quindi si sarà pensato di dotare un processore leggermente meno potente e più economico in un mercato in cui il Samsung Galaxy S8 difficilmente l’avrebbe fatta da padrone.
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